lunedì 12 novembre 2012

Delle tre metamorfosi

Tre metamorfosi dello spirito vi dico: come lo spirito diventa cammello e il cammello leone e infine il leone fanciullo.
Ci sono molte cose difficili per lo spirito, per lo spirito forte e paziente che abbia in sè amore e reverenza: al difficile e al difficile del difficile aspira la sua forza.
Che cos'è il difficile? chiede lo spirito paziente, s'inginocchia come il cammello, e vuole un carico pesante.
Che cos'è il difficile del difficile, voi eroi? chiede lo spirito paziente, che io possa prenderlo su di me e mi rallegri della mia forza.
Non è questo: umiliarsi, per far male al proprio orgoglio? Far brillare la propria stoltezza, per schernire la propria saggezza?
Oppure è questo: separarci dalla nostra causa quando essa celebra la sua vittoria?
Oppure è questo: nutrirsi di ghiande ed erbe della conoscenza ed essere affamati nell'anima per amore della verità?
Oppure è questo: essere ammalato e rimandare i consolatori e stringere amicizia con le colombe che non odono ciò che tu vuoi?
Oppure è questo: entrare nell'acqua sporca, se è l'acqua della verità, e non respingere da sè rane fredde e rospi caldi?
Oppure è questo: amare quelli che ci disprezzano e porgere la mano la mano allo spettro quando esso vuole farci paura?
Tutte queste cose difficili tra le difficili prende lo spirito paziente su di sè: come il cammello che, caricato, si avvia nel suo deserto.
Ma nel deserto più solitario ha luogo la seconda trasformazione: lo spirito diventa qui un leone, vuole impadronirsi della libertà ed essere padrone del proprio deserto.
Qui esso cerca il suo ultimo padrone: vuole diventargli nemico e nemico del suo ultimo dio, la vittoria vuole contendere al grande drago.
Qual'è il grande drago che lo spirito non vuole più chiamare signore e dio? "Tu devi" si chiama il grande drago. Ma lo spirito del leone dice "io voglio".
"Tu devi" è coricato sul suo cammino, scintillante d'oro. Una fiera con le squame, e su ogni squama splende dorato "Tu devi".
Valori millenari splendono su queste squame e così parla il più potente di tutti i draghi: Ogni valore delle cose risplende su di me.Tutti i valori furono già creati e ogni valore creato - sono io. In verità, non deve esistere più nessun "io voglio". Così parla il drago.
Fratelli, che bisogno c'è del leone nello spirito? Non basta l'animale da carico, che rinuncia ed è timorato?
Creare nuovi valori; nemmeno il leone ne è capace. Ma crearsi libertà per nuove creazioni, di questo è capace la forza del leone.
Crearsi la libertà,crearsi un sacro no anche di fronte al dovere: per questo fratelli c'è bisogno del leone.
Prendersi il diritto a nuovi valori è il prendere più terribile che vi sia per uno spirito paziente e timorato. In verità è per lui un predare e un atto da animale da preda.
Come la cosa più santa egli amava un tempo il "tu devi": ora è costretto a scorgere illusione e arbitrio anche nella cosa più santa, per poter predare libertà a prezzo del suo amore: per questa rapina c'è bisogno del leone.
Ma dite fratelli, che cosa può il fanciullo, che non potè nemmeno il leone? Perchè il leone predatore deve ancora diventare un fanciullo?
Innocenza è il fanciullo e dimenticanza, un ricominciare, un gioco, una ruota che gira su se stessa, un primo moto, un santo dire di sì.
Sì, al gioco della creazione, fratelli, occorre un santo dire di sì: lo spirito vuole la propria volontà, chi è perduto al mondo conquista il proprio mondo.
Tre metamorfosi dello spirito vi dissi: come lo spirito diventa cammello e il cammello leone e per ultimo il leone fanciullo.
Così parlò Zarathustra

AutoreFriedrich Nietzsche
1ª ed. originale1883, 1885
Generesaggio
Sottogenerefilosofico
Lingua originaletedesco
ProtagonistiZarathustra

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