mercoledì 6 giugno 2018

Coraggio!

[...] Se vuoi sentirti sicuro, comincia pensando che non lo sarai mai. Che non esiste alternativa al flusso continuo di vita e morte, gioia e dolore, ascesa e caduta. Ne fai parte, felicemente se lo accetti, tristemente se ti opponi. Hai perso in partenza, perché stai combattendo avversari molto più forti di te: il destino, il corso dell'esistenza, il tempo. Non devi arrenderti, devi soltanto cambiare strategia. Assumere la forma dell'acqua e non quella della pietra. Tutti i muri si sgretolano prima o poi. Il fiume va. E va al mare. [...]

da Coraggio!
di Gabriele Romagnoli

Elogio del'inquietudine

Sento una radicale insicurezza. E' la mia dannazione e forse la mia fortuna. Nessun attimo è al sicuro. Appena prendo una postura più salda mi bastano due passi per sgretolarmi. Tra un respiro e l'altro c'è il vuoto, come se vivessi su un ponte di spaghi. Forse così è la vita di tanti, così è la vita delle persone che mi piace incontrare. Quelli che sanno che l'attimo terribile può arrivare in qualunque momento, quelli che non hanno mai preso dimora nel mondo, semplicemente si aggirano per capire dove sono capitati, cosa possono combinare su questa piccola terra tonda. Bisogna fare qualcosa per riconoscerci nel frastuono, per dirci in silenzio quello che abbiamo da dirci. Siamo creature dell'urgenza. Siamo istigati a lottare ogni giorno per raggiungere cose a cui abbiamo già rinunciato. Lottiamo pur essendoci già convinti che l'unica cura è la resa. Io voglio passare il resto della mia vita con voi. 
Ditemi dove siete, non importa con chi siete, non dovete darmi nulla, dovete solo farmi riconoscere la vostra inquietudine, farmi vedere che siamo frammenti dello stesso vaso. Non possiamo educarla questa inquietudine, sarebbe uno spreco. Non possiamo affondarla in una pace falsa, in una bontà vuota. E allora confidiamo di diventare ogni giorno più fragili, più indifesi, la nostra forza è non volere nessuna sicurezza, nessun privilegio.


da Resteranno i canti
di Franco Arminio
Bompiani

lunedì 29 gennaio 2018

ma sono stanco




Ma sono stanco
stanco di queste menate
stanco di questo modo che avete di dare carta bianca
stanco di queste scale che c’è chi scende e c’è chi sale

non c’è una cosa che potrei dirti senza apparire banale
non c’è gesto che mi sia consentito fare
ora che il tuo amore è morto

Ma vorrei riuscire a ricordare come ti chiami,
potrebbe aiutarmi a ricordare come mi chiamo io

e faccio fatica a parlarti…
e non ce la faccio a rincorrerti…

Dover spiegare, spiegare, spiegare
cercando di essere convincente

Dover recitare facendo lo slalom tra il
già detto, l’indicibile e la sciocchezza

Uff, come sono stanco
come sono stanco di queste menate…


Andrea Pazienza