domenica 16 settembre 2012
Livro do desassosego por Bernardo Soares 3
Un bel giorno che ignoro mi sono trovato a questo mondo e fino a quel giorno ero vissuto senza accorgermene, evidentemente da quando naqui. Quando ho chiesto dov'ero tutti mi hanno ingannato e tutti si contraddicevano. Quando ho chiesto di indicarmi quello che dovevo fare, tutti mi hanno parlato falsamente e ognuno mi ha detto una cosa diversa. Quando mi sono fermato per strada perchè non sapevo dove andare, tutti si sono stupiti che io non proseguissi verso un dove che nessuno sapeva cosa fosse, o che io non ritornassi indietro: io, che sveglio all'incrocio, non sapevo da dov'ero venuto. Mi sono trovato sul palco senza conoscere la parte che gli altri recitavano senza indugio, anche se non la sapevano a loro volta. Mi sono accorto di essere vestito da paggio, e non mi avevano dato una regina, incolpandomi perchè non l'avevo. Mi sono accorto di tenere fra le mani un messaggio da consegnare, e quando ho detto che il foglio era bianco hanno riso di me. E ancora non so se hanno riso perchè tutti i fogli sono bianchi o perchè tutti i messaggi sono presumibili.
Alla fine mi sono seduto sulla pietra di un crocicchio come al focolare che non ebbi. E ho cominciato, fra me e me, a costruire barche di carta con le bugie che mi erano state date. Nessuno ha voluto credere in me, neppure come a un bugiardo, e non avevo uno specchio d'acqua nel quale provare la mia verità.
Parole oziose, perdute, metafore sciolte che una vaga angoscia incatena alle ombre. Vestigia di ore migliori, vissute non so dove, in viali. Lampada spenta il cui oro brilla nel buio per il ricordo della luce spenta...Parole confidate non al vento ma alla terra, lasciate scivolare dalle dita senza presa, come foglie secche cadute da un albero invisibilmente infinito...Nostalgia delle fontane delle ville altrui...Tenerezza di ciò che non accadde mai...
da Il libro dell'inquietudine di Fernando Pessoa
Titolo originale Livro do desassosego por Bernardo Soares
traduzione dal portoghese di Maria Josè de Lancastre e Antonio Tabucchi
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