giovedì 12 gennaio 2012

Il banchiere anarchico

[...]"Pensi allora che vuol dire...Un gruppo piccolo, di gente sincera (glielo garantisco era sincera!), formatosi espressamente per lavorare alla causa della libertà, aveva ottenuto, in qualche mese, solo una cosa di concreto e positivo - creare tirannia al proprio interno. E guardi di che specie...Non la tirannia derivante dall'azione delle finzioni sociali, la quale, per infame che fosse, in qualche misura poteva anche venire perdonata, sebbene a noi meno che ad altri, considerato che a quelle finzioni avremmo dovuto opporci, ma, insomma, vivendo in una società che su certe finzioni si reggeva, se non riuscivamo a sottrarci alla loro azione non era del tutto colpa nostra. Il punto però era un altro. I ragazzi che comandavano sui loro compagni o lo portavano dove volevano, non lo facevano in forza del denaro o della posizione sociale, o di un'eventuale autorità fittizia; lo facevano in risposta a un richiamo diverso da quello delle finzioni sociali. Intendo dire che questa tirannia era, relativamente a simili finzioni, una tirannia nuova. Esercitata ai danni di gente già essenzialmente oppressa dalle finzioni sociali. Per di più, era una tirannia esercitata le une sulle altre da persone il cui intento sincero era distruggere la tirannia e creare libertà.
"Immagini adesso un gruppo molto più grande e più influente, che si occupi di questioni importanti e prenda decisioni cruciali. Supponga che gli sforzi di questo gruppo siano tesi, com'era per noi, a creare una società libera. E ora mi dica se attraverso questo carico di tirannie incrociate intrevede una qualsiasi società libera o a un'umanità degna del nome..."[...]

[...]Eccoci di fronte a una tirannia nuova, una tirannia che non deriva dalle finzioni sociali. Ma allora da cosa deriva? Dalle qualità naturali? Se è così addio società libera! Se una società dove operano soltanto le qualità naturali - le qualità con cui un uomo nasce, che deve esclusivamente alla Natura e sulle quali non abbiamo alcun potere - se una società in cui operano solo queste qualità si riduce a un mucchio di tirannie, chi alzerà il mignolo per contribuire al suo avvento? Tirannia per tirannia, resti quella che c'è già, cui perlomeno siamo abituati e che perciò fatalmente avvertiamo meno di quanto avvertiremmo una tirannia nuova, dotata, per di più, dell'orrida proprietà che hanno le cose tiranniche quando rimettono direttamente alla Natura, e cioè che alla Natura non possiamo ribellarci, come non ci si può ribellare alla morte, o all'essere bassi quando avremmo preferito nascere alti.[...]

[...] "Nelle circostanze attuali non è possibile che un gruppo di uomini, per quanto ben intenzionati, per quanto si sforzino di combattere le finzioni sociali e di lavorare per la libertà, lavorino assieme senza creare fra loro una tirannia nuova, supplementare a quella delle finzioni sociali, senza distruggere nei fatti ciò che si prefiggono in teoria, senza involontariamente ostacolare quel fine che intendono promuovere. E allora che si fa? E' molto semplice....Si lavora tutti allo stesso scopo, ma separati".

dal racconto "Il banchiere anarchico" di Fernando Pessoa
In "Contemporanea" Lisboa, n° I Maggio 1922