sabato 3 dicembre 2011

Saggio sulla lucidità

Tempo pessimo per votare, si lagnò il presidente di seggio della sezione elettorale quattordici dopo aver chiuso violentemente il parapioggia inzuppato ed essersi tolto un impermeabile che a ben poco gli era servito nell'affannato trotto di quaranta metri da dove aveva lasciato l'auto fino alla porta da cui, col cuore in gola, era appena entrato. Spero di non essere l'ultimo, disse al segretario che lo aspettava qualche passo indietro, al riparo dalle raffiche che, sospinte dal vento, allagavano il pavimento. Manca ancora il suo supplente, ma siamo in orario, tranquillizzò il segretario, Se continua a piovere così sarà una vera impresa se arriveremo tutti, disse il presidente mentre si trasferivano nella sala dove si sarebbe svolta la votazione. Salutò per primi i colleghi di seggio che avrebbero fatto gli scrutatori, poi i rappresentanti di lista e i loro rispettivi supplenti. Usò l'attenzione di adottare per tutti le stesse parole, non lasciando trasparire nel viso né nel tono della voce alcun indizio che consentisse di cogliere le sue personali tendenze politiche e ideologiche. Un presidente, sia pure di una sezione elettorale tanto normale come questa, dovrà regolarsi in tutte le situazioni secondo il più rigoroso senso di indipendenza, o, in altre parole, mantenere le apparenze.
Oltre all'umidità che rendeva più spessa l'atmosfera, già di per sé pesante in quella sala interna, con due sole finestrelle che davano su un cortile buio anche nei giorni di sole, l'inquietudine, per usare il paragone vernacolo, si tagliava con il coltello. Sarebbe stato preferibile rinviare le elezioni, disse il rappresentante del partito di mezzo, p.d.m., è da ieri che sta piovendo senza sosta, ci sono frane e allagamenti dappertutto, l'astensione, stavolta, avrà un'impennata. Il rappresentante del partito di destra, p.d.d., fece un cenno di assenso col capo, ma considerò che il suo contributo alla conversazione doveva assumere la forma di un commento prudente, Ovviamente, non minimizzo questo rischio, penso tuttavia che l'affinato spirito civico dei nostri concittadini, in tante altre occasioni dimostrato, sia creditore di tutta la nostra fiducia, loro sono consapevoli, oh sì, decisamente consapevoli della trascendente importanza di queste elezioni municipali per il futuro della capitale. Detto ciò, l'uno e l'altro, il rappresentante del p.d.m. e il rappresentante del p.d.d., con aria un po' scettica e un po' ironica, si rivolsero al rappresentante del partito di sinistra, p.d.s., curiosi di sapere che specie di opinione sarebbe stato capace di produrre costui. In quel preciso istante, schizzando acqua dappertutto, fece irruzione nella sala il supplente della presidenza e, come c'era da aspettarsi, visto che l'elenco del seggio della sezione veniva così completato, l'accoglienza fu, più che cordiale, calorosa. Non siamo dunque giunti a conoscere il punto di vista del rappresentante del p. d. s., ma, a giudicare da alcuni precedenti noti, c'è da presumere che non avrebbe mancato di esprimersi sulla linea di un chiaro ottimismo storico, con una frase come questa, per esempio, I votanti del mio partito sono persone che non si intimoriscono per così poco, non è gente da restarsene a casa per quattro misere gocce d'acqua che cadono dalle nuvole. Per la verità, non erano quattro misere gocce, erano secchiate, erano brocche, erano nili, iguazús e iangtsés, ma la fede, sia essa per sempre benedetta, oltre a rimuovere le montagne dal cammino di coloro che del suo potere beneficiano, è fin capace di avventurarsi nelle acque più torrenziali e venirne fuori asciutta.
Si costituì dunque il seggio, ciascuno nel posto che gli competeva, il presidente firmò il bando e ordinò al segretario di andare ad affiggerlo, come determina la legge, alla porta dell'edificio, ma questi, dando prova di una sensatezza elementare, fece notare che il foglio di carta non avrebbe resistito sul muro neanche un minuto, in due amen si sarebbe stinto l'inchiostro, al terzo se lo sarebbe portato via il vento. Allora lo metta dentro, dove la pioggia non ci arrivi, su questo particolare la legge è lacunosa,
l'importante è che il bando sia affisso e bene in vista. Domandò ai colleghi se fossero d'accordo, tutti risposero di sì, con la riserva avanzata dal rappresentante del p.d.d. che la decisione fosse registrata agli atti per prevenire eventuali impugnazioni. Quando il segretario tornò dalla sua umida missione, il presidente domandò com'era il tempo e lui, stringendosi nelle spalle, rispose, Tale e quale, alluvionale, Neanche l'ombra. Il presidente si alzò e invitò i membri del seggio e i rappresentanti dei partiti ad accompagnarlo nell'ispezione della cabina di voto, che risultò scevra da elementi che potessero svisare la purezza delle scelte politiche che vi avrebbero avuto luogo durante il giorno. Compiuta la formalità, tornarono ai propri posti per esaminare i registri elettorali, che pure riscontrarono scevri da irregolarità, lacune e sospetti. Era giunto il momento grave in cui il presidente scoperchia ed esibisce l'urna agli elettori perché possano accertarsi che sia vuota, affinché un domani, se necessario, siano validi testimoni che nessuna azione delittuosa vi avesse introdotto, di soppiatto, i voti falsi che avrebbero corrotto la libera e sovrana volontà politica dei cittadini, che ancora una volta non si sarebbe ripetuta in questa occasione quella famosa frode cui si dà il pittoresco nome di broglio che, non dimentichiamolo, tanto si potrà commettere prima come durante o dopo l'atto, secondo l'occasione e l'efficienza dei suoi autori e complici. L'urna era vuota, pura, immacolata, ma nella sala non c'era un solo elettore, uno soltanto per campione, cui poterla esibire. Forse ce n'è qualcuno che vaga smarrito, alle prese con l'acquazzone, sotto le sferzate del vento, stringendosi al cuore il documento che lo accredita come cittadino in diritto di votare, ma, da come stanno le cose nel cielo, ci metterà un bel pezzo ad arrivare fin qua, a meno che alla fine non se ne torni a casa e lasci i destini della città nelle mani di quelli che un'automobile nera viene a lasciare davanti alla porta e davanti alla porta verrà poi a riprendere, compiuto il dovere civico di chi ne occupava il sedile posteriore.
Terminate le operazioni di ispezione dei vari materiali, detta la legge di questo paese che votino immediatamente il presidente, i membri del seggio e i rappresentanti di lista, nonché i rispettivi supplenti, purché, sia chiaro, siano iscritti nella sezione elettorale del cui seggio fanno parte, come in questo caso.




Titolo originaleEnsaio sobre a Lucidez
AutoreJosé Saramago
1ª ed. originale2004
Genereromanzo
Sottogenereromanzo a sfondo sociale
Ambientazioneuna città senza nome, capitale di un paese senza nome
Protagonistiil commissario
Coprotagonistila moglie del medico, il primo ministro, il presidente della repubblica
Antagonistiil ministro dell'interno
Altri personaggil'ispettore, l'agente di seconda classe, il primo cieco, altri ministri